martedì 20 luglio 2010

Gerontocrazia

Qualcuno ha notato che "pedofilia" è termine colto e addirittura accattivante per designare una pratica tanto orrenda quanto inaccettabile. Con "gerontocrazia" siamo lì. Il termine trasmette fastidio, sarcasmo, ma non la ripugnanza per una pratica contro natura che mina la riproduzione dei rapporti sociali, l'avvicendamento delle generazioni. L'impazzimento del mondo si mostra anche nell'aumento di queste pratiche, che addirittura si generalizzano con l'innalzamento dell'età pensionabile. 

Anche i più recenti concorsi universitari banalizzano la pratica di favorire i vecchi a scapito dei giovani, per risarcire i primi della loro ignavia, e per colpire i secondi mettendoli in lista d'attesa ove mostrassero una qualche vitalità inopportuna. È capitato che a un concorso per ricercatore sia risultato vincitore un ultracinquantenne (!) per qualche chilo di pubblicazioni scamuffe accumulate stancamente, e stoppati almeno due giovani brillanti.  

Pubblichiamo questo pezzo di fucik apparso sul manifesto del 26 giugno 2010 per sottolineare che in questo paese esiste un'unica perversa logica.


Abbasso il posto fisso, viva la poltrona girevole  

di Fucik


Ma come vivono i fustigatori della cultura del «posto fisso»? Un piccolo esempio viene dal valzer delle poltrone aperto giusto ieri [25 giugno] con la nomina di Lamberto Cardia, ancora per quattro giorni presidente della Consob (l'autorità di controllo sulla Borsa), alla presidenza del gruppo Ferrovie dello stato. Finalmente un cambiamento! E mica starete a sottilizzare sui suoi 76 anni... Pensate che riesce anche a tenere una cattedra di contabilità dello stato all'università Luiss di Roma! Prende il posto di Innocenzo Cipolletta, giovane 69enne che certo non resterà disoccupato (è stato tra l'altro direttore generale di Confindustria, presidente dell'università di Trento, vice-presidente de IlSole24Ore, docente di politica economica alla Luiss, ecc). Il cambiamento purtroppo non investe Mauro Moretti, inossidabile amministratore delegato cui vengono perdonati incidenti più o meno gravi o addirittura stragi colpose come quella di Viareggio (32 morti, giusto un anno fa). 

Chi mai potrà ambire al ruolo di arbitro dei giochi sulla piazza finanziaria? Un ruolo così richiede competenze tecniche fuori del comune e un'imparzialità a prova di bustarelle grandi come un container. I due principali candidati al momento sembrano davvero super partes. Giuseppe Vegas, casualmente oggi vice-ministro dell'economia, così come gli era capitato col governo Dini e nei governi Berlusconi 2 e 3, passando per la vicepresidenza del gruppo parlamentare di Forza Italia. Ma nelle ultime ore (lui non insegna alla Luiss) sembra esser stato scavalcato da Antonio Catricalà, ora presidente dell'autorità antitrust e titolare della cattedra di diritto dei consumatori alla Luiss. Al rush finale avrebbe «allungato» dichiarandosi - ieri - favorevole alla modifica dell'art. 41 della Costituzione (limiti sociali entro cui l'impresa privata è libera); e persino al 117 e al 118. Motivazione? «Il paese ha bisogno di norme simbolo: la modifica dell'art. 41 risponde a questa esigenza». Niente che c'entri con l'antitrust, è chiaro; ma roba buona per cambiare la poltrona in scadenza con una di più lunga durata. Naturalmente la sua carica attuale resterà libera. Così il perdente Vegas potrà giocarsela alla pari con Vincenzo Carbone e Francesco Greco, magistrati (o ex) sì, ma certo non «toghe rosse». Ammettiamolo: tutta questa gente in effetti non ama il «posto fisso». Preferisce scambiarselo spesso per non annoiarsi troppo. Fucik, il manifesto, 26 giugno, 2010.





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